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Contrastare il cambiamento climatico

Contrastare il cambiamento climatico

Le politiche europee di contrasto al cambiamento climatico messe in atto da anni sono tra le più ambiziose al mondo: basti pensare agli obiettivi europei del 3x20 (-20% di emissioni di CO2, +20% di produzione di energie rinnovabili, -20% di consumo di energia entro il 2020).

Al contrario degli Stati Uniti, ritiratisi dagli Accordi di Parigi del 2015, l’Europa deve farsi ancora una volta promotrice di iniziative. In questo senso, il PDE ribadisce che la transizione verso la green economy deve essere una vera e propria terza Rivoluzione Industriale, caratterizzata dalla creazione di posti di lavoro in Europa e nel mondo. Pertanto, riteniamo che le misure da adottare siano le seguenti:

  • Fissare un prezzo per le emissioni di gas serra. Il carbone è la causa principale del riscaldamento globale e, oggi, è più economico del gas, che inquina meno. Dare un prezzo alle emissioni di gas serra significa dare quel segnale forte che le aziende stanno aspettando per convertirsi alle energie rinnovabili.
  • Estendere la tassa sulle transazioni finanziarie. Fonte di finanziamento innovativa, sostenibile e non discriminatoria, potrebbe essere usata per creare un fondo di investimento globale per ridurre le emissioni di gas serra.
  • Creare strumenti globali per monitorare e valutare gli impegni presi dagli Stati Membri nell’ambito di COP21. Questi strumenti rappresentano una garanzia che gli impegni vengano rispettati nel segno della trasparenza e della responsabilità comune. Inoltre, con questi strumenti, gli impegni potranno essere resi più ambiziosi ogni 5 anni.
  • Implementare politiche più ambiziose per affrontare problemi associati a foreste, agricoltura, paesaggio e alimenti. In particolare, suggeriamo l’attuazione di programmi di vegetalizzazione in aree urbane particolarmente soggette a ondate di calore estive e programmi per tutelare al meglio foreste e alberi (in particolare nelle zone urbane).
  • Creare una forza di protezione civile europea per reagire dinanzi alle calamità naturali nei vari paesi.
  • Sulla scia di quanto fatto con la Politica Agricola Comune, creare una Politica Energetica Comune che, come prima cosa, lanci un piano d’investimenti per il clima pari a 100 miliardi di euro promosso dalla BEI per il periodo 2019-2024. Concretamente, questo programma prevede prestiti agli Stati Membri, agli enti locali e alle aziende per dare loro i fondi necessari ad aumentare, di dieci volte, i propri investimenti in 4 aree: ristrutturazione energetica degli edifici, reti intelligenti (smartgrid), sistemi di conservazione dell’energia e produzione di energie rinnovabili.
  • Rivedere la governance europea di mari e oceani per consolidare la leadership dell’Europa
  • Vietare la plastica non riciclabile entro il 2025 e porre fino all’obsolescenza programmata, con un prolungamento delle garanzie.

La seconda priorità del PDE è la lotta per la salvaguardia della biodiversità: un’ambizione europea alla quale va attribuito lo stesso livello di importanza del cambiamento climatico. Il Partito Democratico Europeo garantisce piena consapevolezza riguardo questa problematica e raccomanda le seguenti misure: 

  • Rilanciare un dialogo tra i paesi membri dell’UE per programmare la messa al bando delle sostanze chimiche più tossiche e per accompagnare ciascuna decisione con un relativo programma rivolto ai professionisti e ai settori più colpiti da tali messe al bando. In ogni caso, preparare una nuova decisione per mettere al bando il glifosato entro il 2023 (e non soltanto riconsiderarne l’autorizzazione al commercio).
  • Avviare una serie di misure applicabili ai prodotti importati nel territorio dell’UE che non rispettano le misure ambientali che imponiamo ai nostri produttori e alle nostre aziende.
  • Adottare un programma di azione e supporto per gli allevamenti di ovini minacciati direttamente dai grandi predatori (orsi, lupi, linci, ecc.).